Corporate Wellbeing Lavoro

Come funziona lo smart working?

Avete mai sentito parlare di Smart Working? Se la risposta è no, questo articolo è al caso tuo. In alcuni paesi europei lo smart working rappresenta una realtà già nota. A dimostrarlo è uno studio condotto lo scorso anno da BT, operatore telefonico britannico. 

Lo smart working  è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro caratterizzato dall’assenza di vincoli su orari e luoghi. Essa è stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro, aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività. Esistono delle normative che regolano questo accordo, ma vediamo esattamente come funziona lo smart working.

Come “applicare” lo smart working?

In primis, è necessario dotarsi di un servizio WI-FI possibilmente a banda larga. Ciò permetterà di usufruire al meglio di tablet, smartphone, computer portatili, ovvero strumenti in grado di coniugare al meglio diverse attività.
Utilizzo di cloud dove salvare e condividere documenti per favorire l’utilizzo di una scrivania “virtuale”.
L’uso di un’app di messaggistica interna o di un server aziendale di riferimento, al fine di rendere più veloce ed efficace la comunicazione.
La creazione di ulteriori luoghi fisici che supportino le diverse esigenze del team, quali svolgere riunioni usufruendo di isolamento acustico.

I benefici

Dallo studio è emerso che le aziende che investono in tecnologie digitali a favore dei propri dipendenti, vengono premiate con un aumento di produttività dei lavoratori stessi. Si fa largo tra le aziende una sempre più maggiore digitalizzazione del lavoro, in modo da offrire ai propri dipendenti molto più “delle sale riunioni”. Questo nuovo modo di concepire la vita lavorativa fuori da contesti fisici dell’azienda, rovescia l’immagine tradizionale del dipendente che passa 8 ore in ufficio su una scrivania, tra chiamate e pratiche da portare avanti.

La logica che ha favorito il cambiamento è legata ad una visione del lavoro non più sulla quantità, ma sulla qualità. Un’organizzazione del genere porta in dote dei benefici sia per l’azienda, sia per i lavoratori. Per la prima, vi sono dei vantaggi in termini di gestione dei costi d’affitto – che diminuiscono del 30% – e di assenteismo, calato addirittura del 60%. Per i dipendenti, la riduzione dell’orario di lavoro ha dimostrato una diminuzione di stanchezza e stress psicofisico.

Qualche numero sullo smart working?

In Italia il fenomeno è in continua ascesa. A darne notizia ci pensa l’Osservatorio dello smart working del Politecnico di Milano, secondo cui nel 2017 c’è stato un aumento del 14% rispetto al 2016 e del 60% rispetto al 2013. Il dato di 305.000 smart workers in Italia è simbolo del successo dell’iniziativa legislativa dello scorso giugno, che ha finalmente regolamentato i lavoratori che godono di autonomia sul lavoro in termini di luogo, orario e strumenti utilizzati.

Dalle grandi imprese alle PMI, fino alla pubblica amministrazione: il fenomeno riguarda le aziende a 360 gradi. E da questi numeri si intuisce come sia destinato a migliorare.

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