Benessere Mentale

Sindrome della capanna: come gestire la fine delle restrizioni dovute al Covid-19

sindrome della capanna

La fine delle restrizioni in Italia è permanente? Questo è qualcosa che non possiamo sapere, ma quello che conosciamo è l’impatto persistente che esse hanno avuto sul nostro modo di vivere.  

Non solo un anno e mezzo di lock-down ha influito sulla nostra salute mentale, ma ha anche profondamente modificato il modo in cui ci rapportiamo con il mondo esterno e con gli altri. 

Nonostante la fine delle restrizioni, ultimamente preferisci restare a casa piuttosto che uscire con gli amici? 

Da una parte c’è il desiderio di ritrovare una socialità fisica, mentre dall’altra c’è la consapevolezza che il rischio del contagio è ancora presente: stati emotivi dissonanti che possono generare stress e frustrazione.

Passare tempo con altre persone non solo significa esporsi al contagio, ma anche spendere energie per impegnarsi in un’attività a cui non si era più abituati da tempo. 

Di conseguenza, se a volte preferisci restare a letto piuttosto che uscire in compagnia, non sentirti in colpa!

Il post lock-down e la sindrome della capanna

Dopo quasi due anni di chiusura e isolamento a causa del coronavirus la fine delle limitazioni può provocare paura e momenti di ansia. Le persone potrebbero sperimentare quella che viene definita “sindrome della capanna”

“La sindrome della capanna è una reazione psicologica conseguente ad una condizione specifica e ben definita, ovvero un lungo periodo di isolamento sociale. Questa sindrome provoca un disorientamento eccessivo dovuto all’idea di riprendere contatto con il mondo esterno e, quindi, include la paura di poter contrarre il virus, la difficoltà a riprendere i ritmi quotidiani, oppure l’ansia legata alle limitazioni comportamentali tuttora in vigore” spiega Stefania Fortini, Vicedirettore del Polo Nazionale Ipovisione e Riabilitazione visiva di Roma.

Tra le cause ci sono la paura del mondo esterno, del contagio per sé e i propri cari e delle conseguenze della malattia sulla salute.

Quali sono i sintomi della sindrome della capanna? 

  1. Ansia
  2. Agitazione 
  3. Sbalzi di umore
  4. Tristezza
  5. Irrequietezza 
  6. Paura del contagio e di contagiare gli altri
  7. Rassegnazione
  8. Passività agli eventi
  9. La convinzione di non ritrovare più il mondo come lo si era lasciato

Se sei qui forse è perché ultimamente ti senti molto stressato. 

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Come la pandemia ha cambiato il nostro rapporto con gli altri

Il virus è andato a minare il sistema dei rapporti umani, ha intaccato la fiducia reciproca: l’altro, anche se familiare o amico, può rappresentare un pericolo. Le nostre consuetudini, i nostri riti, insomma la nostra vita quotidiana ha subito profondi cambiamenti in ogni ambito: lavoro, scuola, tempo libero, vita associativa, famiglia, cultura.

Le relazioni sono passate nello spazio digitale, le vecchie modalità di aggregazione si sono arrestate per un lungo periodo di tempo, per questo parliamo di nuova normalità.

Anche durante il lockdown, “ci sono state persone per le quali le app di incontri sono state un sollievo: poter parlare, discutere, sfogarsi con qualcuno. Spesso si è trattato di relazioni che poi, con la fine della quarantena, si sono dissolte” afferma la professoressa Monica Santoro, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi di Milano.

Nonostante la campagna vaccinale sembri procedere, la fine della pandemia sembra ancora lontana, così come la fine delle restrizioni in modo definitivo.

Ma quindi, come riprendere in mano la propria vita dopo la fine delle restrizioni?

Ecco dei piccoli accorgimenti per riprendere gradualmente una vita al di fuori delle mura di casa, cercando di implementare le pratiche che hanno caratterizzato la nostra routine da quarantena:

  1. Creare un nuovo equilibrio cercando di  abituarsi gradualmente a l’allentamento delle restrizioni.
  2. Ogni giorno fare concretamente qualcosa che ci fa stare bene come una passeggiata al parco o dieci minuti di meditazione.
  3. Sognare e immaginare curano la mente: la nostra mente ha bisogno di immaginare realtà diverse per staccare la spina, quindi via libera a libri e serie tv.
  4. Stilare un insieme di attività che aiutino a calmare l’ansia e allo stesso tempo possano rimanere invariate se dovessero esserci nuove restrizioni. 
  5. Esprimere i propri sentimenti di disagio e parlarne con i propri cari: ognuno affronta in modo diverso il cambiamento.
  6. Se non hai voglia di uscire, non costringerti. E’ normale aver bisogno di ricaricare le batterie dopo aver incontrato gli amici e non essere pronti a uscire la sera seguente.

In conclusione

La fine del lock-down significa libertà ma anche paura, stress e stanchezza emotiva.

Dobbiamo imparare a bilanciare nuovamente la vita al di fuori delle mura di casa, senza turbare troppo l’equilibrio che avevamo trovato durante i mesi delle restrizioni.

Non si sa quando potremo riprendere le nostre vite a pieno ritmo, ma la “nuova normalità” ci ha fornito una nuova consapevolezza e ci ha fatto apprezzare molto di più il presente.

Questi mesi hanno dimostrato che «c’è voglia di consumare e, nonostante tutto, di muoversi e viaggiare, di stare insieme. Siamo stati molto spaventati e questo è il momento per rimettersi alla pari».

Ti senti stressato e hai bisogno di parlare con qualcuno?