Corporate Wellbeing Lavoro

I risultati del rapporto Welfare Index PMI 2017

Welfare Index PMI 2017 offre una panoramica sul Welfare Aziendale nelle PMI italiane e su come esse si attivino per migliorare l’ambiente lavorativo. Lo studio ha coinvolto 3422 aziende, aggiungendo alla mappatura sull’espansione del Welfare Aziendale l’agricoltura, l’industria, il commercio e ai servizi quello dell’artigianato, degli studi e servizi professionali e le organizzazioni del terzo settore.

Lo studio si propone tre obiettivi:

  • analizzare la diffusione delle iniziative di Welfare Aziendale nelle PMI italiane e monitorare la loro evoluzione;
  • fornire alle imprese un servizio di misurazione del livello di Welfare Aziendale;
  • assegnare alle imprese il Rating Welfare Index PMI.

Il Welfare Index PMI  è un indice che permette di misurare il proprio livello di welfare considerando 12 aree di Welfare Aziendale. Il target di ricerca è costituito dalle PMI con almeno 6 addetti e meno di 250.

Mappa del Welfare Aziendale

Le protagoniste della crescita del Welfare Aziendale sono le imprese già molto attive, che nell’ultimo anno hanno ulteriormente esteso le prestazioni offerte ai lavoratori.

Delle dodici aree del Welfare Aziendale quelle che crescono più velocemente sono il sostegno economico ai lavoratori,la sanità integrativa, la conciliazione vita-lavoro e il sostegno alla maternità, le iniziative aperte al territorio. Seguono con una percentuale minore: il welfare allargato al territorio, il sostegno ai soggetti deboli e all’integrazione sociale, i servizi di assistenza per i lavoratori e le loro famiglie, le iniziative per la cultura, la ricreazione e il tempo libero, il sostegno all’istruzione dei familiari.

Il Welfare Aziendale nelle PMI si evolve in modo non omogeneo. Molto più rapido in alcuni segmenti di aziende e in alcune aree del welfare, più lento nelle piccole e medie imprese e sulla gamma generale delle iniziative.

Il livello di welfare delle imprese è stato misurato utilizzando diversi criteri. Il primo è l’ampiezza delle iniziative di welfare attuate: ovvero in quante aree l’impresa è attiva con almeno una iniziativa: lo studio ha evidenziato che le protagoniste della crescita sono state le imprese che avevano avviato piani di WA anche negli anni precedenti.

Welfare Aziendale che cresce con velocità molto diverse in quanto influenzato anche dall’incremento di iniziativa delle imprese più attive. Le imprese dotate di una vera policy di Welfare Aziendale estendono ulteriormente la gamma di prestazioni, quelle nella fascia media invece crescono molto lentamente. Le iniziative di Welfare Aziendale si distribuiscono in modo molto differenziato per settori produttivi.

La distribuzione nel territorio delle iniziative di Welfare Aziendale è piuttosto omogenea, essa non varia tra Nord, Centro e Sud, tranne che in due aree del Welfare Aziendale: la previdenza integrativa e la sicurezza e prevenzione degli incidenti, nelle quali i tassi di iniziativa delle PMI del Nord sono di dieci punti superiori a quelli del Sud.

Quello che invece differenzia molto il tasso di iniziative di Welfare Aziendale è la dimensione aziendale, soprattutto nelle aree della sanità integrativa, della previdenza integrativa, del sostegno economico ai lavoratori.

Gli obiettivi delle imprese

Secondo la ricerca,il 66% delle imprese sono focalizzate su obiettivi di gestione del personale:

  • migliorare la soddisfazione e il clima;
  • fidelizzare i lavoratori.

Il 20% su obiettivi di carattere economico-gestionale:

  • incentivare la produttività del lavoro;
  • contenere il costo del lavoro grazie ai vantaggi fiscali.

Solo le imprese dell’industria danno importanza molto maggiore (28,8%) all’obiettivo di incrementare la produttività. Gli obiettivi di comunicazione legati alla responsabilità dell’impresa sono considerati in una posizione secondaria. Migliorare l’immagine e la reputazione aziendale è pari al 9,2%.

I risultati del Welfare Aziendale

Tra le imprese che hanno attuato iniziative in almeno 6 aree, una parte riporta risultati positivi:

  • nella soddisfazione dei lavoratori e nel clima aziendale;
  • nella fidelizzazione dei lavoratori;
  • nell’immagine dell’azienda;
  • nella produttività del lavoro.

Dall’altra vi sono imprese che hanno ricevuto segnali incoraggianti ma si aspettano che il Welfare Aziendale produca miglioramenti ulteriori nel lungo termine.

Dall’indagine quali-quantitativa sul panel di 109 best practice l’impatto percepito del Welfare Aziendale è molto rilevante e positivo sul clima aziendale e sulle relazioni interne, mentre risulta buono sulla fidelizzazione dei dipendenti. Un elemento emerso è la difficoltà a misurare, in generale, l’impatto delle attività di Welfare Aziendale.

L’utilizzo e il gradimento dei servizi di welfare sono direttamente collegati.Il Welfare Aziendale consiste anche nella possibilità per ogni lavoratore di scegliere i servizi di cui usufruire e il modo di farlo.

I responsabili delle imprese hanno sottolineato l’importanza della comunicazione aziendale interna nel determinare la consapevolezza dei lavoratori dei benefici offerti dai servizi di welfare.

Circa il 10% del panel best practice realizzano indagini periodiche per rilevare le esigenze dei lavoratori e il gradimento dei servizi di welfare, e le utilizza per indirizzare le iniziative.

I fattori di successo del Welfare Aziendale nelle PMI

Il principale fattore di successo dell’adozione di misure di Welfare Aziendale è la conoscenza, ovvero l’informazione sulle norme, sulle opportunità fiscali e sugli strumenti di welfare. Solamente il 21% delle PMI dichiarano di avere una conoscenza abbastanza o molto precisa delle norme e degli incentivi fiscali. Anche tra le più grandi, la quota delle imprese informate su questi temi non supera il 33%.

Il 46% delle PMI giudicano poco o per nulla affidabile il supporto ricevuto dai consulenti aziendali in materia di Welfare Aziendale. Le imprese più grandi invece esprimono sui consulenti un giudizio migliore, forse professionisti più esperti o perché sono più abituate a utilizzare supporti di consulenza. In tutti i casi risulta evidente la carenza di figure professionali specializzate nel Welfare Aziendale.Inadeguatezza delle conoscenze ancor più evidente per i temi fiscali più specifici.

Le alleanze e le reti d’impresa sono la via che permette alle Pmi di sviluppare in modo efficiente le iniziative di welfare. Nel 22% dei casi, le aziende più attive condividono investimenti, informazioni e servizi professionali con altre imprese. Nessun fattore di successo è tanto discriminante.

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